Cessione Del Quinto Dipendenti Privati

Liliana Serio
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Oggi trattiamo un argomento molto discusso, ovvero come funziona la cessione del quinto per i dipendenti privati. La legge su questo tipo di prestito risale al 1950. Prevista all’inizio soltanto per i dipendenti dello Stato, la cessione del quinto viene estesa prima ai dipendenti pubblici e poi anche ai dipendenti privati.

Nel corso del tempo la legge ha definito le regole per la cessione del quinto ai dipendenti privati. Dal 2005, infatti, i datori di lavoro sono tenuti a concedere la cessione del quinto al dipendente che ne fa richiesta.

Cos’è la cessione del quinto?

La cessione del quinto, pari al 20% dello stipendio netto, è un prestito concesso ai dipendenti per sostenere le proprie spese personali. Il prestito, erogato da una società finanziaria, viene ripagato tramite trattenuta mensile della rata dallo stipendio o dalla pensione dell’impiegato.


Chi può richiederla?

I lavoratori che sono:

  1. Dipendenti privati a tempo indeterminato
  2. E ancora i dipendenti privati a tempo determinato.

È opportuno sottolineare che, di base, la cessione del quinto è indirizzata ai dipendenti assunti a tempo indeterminato. È anche vero, però, che i lavoratori a tempo determinato possono richiederla se il piano di rimborso non va oltre la fine del contratto lavorativo.

Cosa succede se si lavora part-time? È comunque possibile richiedere la cessione con addebito della rata. Nel caso in cui però il part-time riduce lo stipendio percepito per più del 30% si può chiedere all’istituto finanziario che eroga il prestito la riduzione della rata, con conseguente ricalcolo del piano di ammortamento stabilito in precedenza.

Ancora. E in caso di aspettativa? Se l’aspettativa non è retribuita il pagamento della rata può essere sospeso. In questo caso l’istituto finanziario addebita le rate non pagate alla fine del piano di ammortamento. Questa sospensione “momentanea” non comporta una segnalazione negativa in CRIF.

Cessione del quinto per dipendenti privati

I vantaggi della cessione del quinto per dipendenti privati

Quando si chiede una cessione del quinto bisogna per prima cosa tenere in considerazione gli indubbi vantaggi. Tra questi possiamo indubbiamente ricordare:

  • Si tratta di un prestito che si ottiene rapidamente
  • Il rimborso avviene in maniera automatica (trattenuta dalla busta paga/pensione)
  • Viene applicato un tasso d’interesse fisso
  • La dilazione del prestito parte da un minimo di 2 ani e arriva fino a 10 anni
  • L’età richiesta per il prestito va dai 18 ai 65 anni
  • Non è necessario fornire alcuna motivazione
  • Rata di rimborso mensile fissa
  • Si può richiedere nonostante si abbia subito un pignoramento
  • È rinnovabile prima della scadenza.

Cessione del quinto: iter burocratico e documenti

Per fare la richiesta della cessione del quinto i dipendenti privati devono richiedere e ottenere da un istituto bancario o finanziario un preventivo, adatto alle esigenze personali.

I documenti da presentare per la richiesta sono i seguenti:

  1. Busta paga
  2. CUD
  3. Copia della Carta di Identità

Ricorda, inoltre, che se hai deciso di destinare il tuo TFR a un Fondo di Previdenza Integrativa è necessario presentare una stampa aggiornata della tua posizione individuale. E ottenere ancora il certificato di stipendio. Che cos’è?

Il certificato di stipendio è un documento che contiene le informazioni salienti sul tuo lavoro. Ovvero: stipendio netto, TFR e rate già trattenute dalla busta paga.

Compilati i documenti richiesti questi vengono inviati all’azienda che, a sua volta, deve rilasciare l’atto di benestare. Grazie a questo documento è possibile procedere con la trattenuta della rata dalla busta paga.

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Quali sono gli obblighi del datore di lavoro?

Secondo quanto prescritto dalla legge, il datore di lavoro ha degli obblighi ai quali ottemperare. Tra questi è possibile ricordare:

  1. Il datore deve accettare la richiesta di cessione del quinto. I dipendenti privati o i pensionati hanno il diritto di richiedere e ottenere tale prestito.
  2. Ha il compito di “cedere” ogni mese, all’istituto bancario o finanziario che ha erogato il prestito, la rata dovuta dal dipendente.
  3. Vincolare il TFR accantonato dal dipendente.

Risulta pertanto evidente che, con questo tipo di prestito, il datore di lavoro è un debitore terzo ceduto. Dal momento che è chiamato a cedere, per l’appunto, le rate e a rispondere nel caso in cui si presenti l’insolvenza.

Busta paga e liquidazione: le migliori garanzie!

Ora guarda questo. Quando i dipendenti privati richiedono la cessione del quinto, tra le garanzie migliori rientrano certamente la busta paga e il TFR. Procediamo con ordine.

La busta paga rappresenta per la banca o l’istituto finanziario che eroga il prestito una garanzia molto forte.

A differenza di quanto avviene per un prestito personale, inoltre, con la cessione del quinto viene meno la discrezionalità del debitore nell’assolvere il pagamento della rata. Che vuol dire questo?

È il datore di lavoro, e non il debitore, a trattenere dalla busta paga del lavoratore la rata da versare all’istituto.

Un’altra garanzia è rappresentata dal TFR (Trattamento di Fine Rapporto) accantonato. Quest’ultimo, infatti, risulta vincolato al prestito.

L’istituto che eroga il prestito, se il contraente perde il lavoro, ha il diritto di prelevare il TFR fino a estinguere il debito residuo.

Questo vuol dire che il TFR non può essere usato per tutto il periodo del prestito, ad esclusione della parte eccedente il debito residuo.

Normativa vigente

La cessione del quinto è ad oggi regolata da diverse leggi.

  • Articolo 1260 del codice civile
  • DPR n. 180 del 05/01/1950
  • Regolamento di esecuzione n. 895 del 28/07/1950.

Le leggi 311/2005 e 80/2005 hanno inoltre esteso la possibilità di usufruire di questo prestito anche ai dipendenti che lavorano in aziende private e ai pensionati INPS.

cessione del quinto per dipendenti privati lavoratoreOttenuto il prestito, la cifra richiesta viene versata sul conto corrente del soggetto che ha richiesto il prestito.

In alternativa, la somma viene consegnata tramite assegno circolare non trasferibile.

Quando parliamo di cessione del quinto, dobbiamo ancora ricordare che sia il tasso di interesse che la rata mensile di rimborso sono fissi e che vengono addebitati sulla busta paga.

La legge, inoltre, stabilisce che per ottenere il prestito è necessario stipulare:

  1. Polizza di assicurazione sulla vita, che coprendo il debito nel caso di premorienza del contraente, tutela sia l’ente che ha erogato il prestito che gli eredi.
  2. Una polizza di assicurazione di impiego, che ha il compito di coprire il debito nel caso in cui l’impiegato perda il lavoro. L’assicurazione, in questo caso, può far valere un diritto di rivalsa sul dipendente, che dovrà, quando possibile, risarcire la somma.

Bene, approfondiamo quest’ultimo punto.

Che cos’è il coefficiente assicurativo?

Come abbiamo detto poco sopra, nel caso di cessione del quinto per dipendenti privati, è necessario avere una copertura assicurativa contro il rischio di perdita del posto di lavoro.

In tal frangente le assicurazioni assegnano a ogni azienda privata quello che viene definito coefficiente assicurativo. Che cos’è?

Il coefficiente assicurativo è un indice che serve ad attestare il grado di affidabilità economica di un’azienda, oltre a verificare i versamenti effettuati a favore dell’INPS. Si tratta di un indice indispensabile a determinare l’importo massimo finanziabile a un dipendente privato.


Questo coefficiente viene indicato con un numero variabile che va da 3 a 6.

Il 3 è il valore minimo. Indica una bassa solidità dell’azienda e quindi una possibilità inferiore di garanzia per l’istituto che eroga il prestito. Un indice più elevato, come il 6, rappresenta invece un’azienda solida che dispone di un alto capitale e, di conseguenza, di migliori garanzie.

In generale, ma non è regola fissa e immutabile, le aziende di grandi dimensioni hanno coefficienti elevati, mentre quelle più piccole presentano coefficienti più bassi.

Esempio Coefficiente Assicurativo

Il TFR lordo accantonato moltiplicato per il coefficiente assicurativo consente di calcolare la cifra massima erogabile a un dipendente privato. Vuoi un esempio pratico?

Poniamo il caso che tu abbia maturato una liquidazione pari a € 10.000 e che l’azienda per cui lavori ha un coefficiente assicurativo pari a 3.

Come abbiamo detto la cifra erogabile è il risultato di una semplice moltiplicazione:

3 (coefficiente assicurativo) x 10.000 (TFR lordo accantonato) = 30.000€

Bene, l’ammontare massimo è pari a € 30.000.

Si può rinnovare una cessione del quinto?

Rispondiamo adesso ad una domanda che spesso si pongono i dipendenti privati che richiedono la cessione del quinto. Si può rinnovare? La riposta è sì.

Dopo alcuni anni è possibile rinnovare e prolungare la durata residua del prestito, non alterando l’importo della rata.

Qual è il vantaggio di questa operazione? Avere la possibilità di usufruire di una nuova liquidità senza dover aggiungere un’altra rata o stipulare un altro prestito.

Normativa sul rinnovo della cessione del quinto dipendenti privati

La legge impone dei limiti? Anche in questo caso la risposta è affermativa.

La cessione del quinto è rinnovabile soltanto se si è pagato almeno il 40% prestito.

Che vuol dire questo? Se ad esempio si richiede una cessione del quinto con rimborso decennale, questo è rinnovabile dopo 4 anni.

Vi sono eccezioni? Ovviamente non rientrano in questo piano le cessioni del quinto che hanno una durata uguale o inferiore a 5 anni.

Per legge, è possibile rinnovare anche prima dei 4 anni, soltanto nel caso in cui il nuovo prestito ha una durata decennale.

Delega di pagamento per i dipendenti privati

Che cos’è la delega di pagamento? Si tratta di una seconda rata di prestito che un lavoratore può richiedere, sempre con addebito sulla busta paga.

Si tratta quindi di un ulteriore possibilità per un lavoratore privato di ottenere una cifra elevata o per coloro che usufruiscono di una cessione del quinto non rinnovabile. Attenzione però.

Il datore di lavoro non ha l’obbligo di accettare la delega di pagamento e può quindi rifiutarsi di concedere una seconda rata sulla busta paga.

È necessario, quindi, informarsi in via preventiva con il titolare sulla fattibilità di tale richiesta. Inoltre, visto il suo grado di rischio, si tratta di un prestito al momento riservato ai dipendenti delle medie e grandi aziende private.

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