Cessione Del Quinto Per Acquisto Prima Casa

Liliana Serio
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Sapevi che puoi richiedere la cessione del quinto per l’acquisto della tua prima casa? Ad oggi, infatti, tante persone, in possesso di un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, scelgono questa opzione sicura e vantaggiosa per comprare una nuova casa, invece che ricorrere al classico mutuo.

Un impiegato che vuole acquistare casa, grazie alla cessione del quinto, può richiedere in prestito una cifra tale che permette di procedere in tranquillità all’acquisto di un immobile. Ma in cosa consiste questo prestito? Chi può richiederlo? Quali sono i vantaggi? Scopriamolo insieme.

Come funziona la cessione del quinto?

Iniziamo subito con il dire che si tratta di un prestito, facilmente ottenibile e dal rimborso semplice. Come ben sai, infatti, il rimborso del prestito avviene tramite piccole rate mensili trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione del soggetto richiedente.

Il prestito, inoltre, che si caratterizza per la presenza di un tasso fisso, è rivolto ai pensionati che hanno lavorato nel settore pubblico e ai lavoratori ancora in servizio. Nel caso specifico i soggetti che possono richiedere una cessione del quinto, anche per l’acquisto della prima abitazione, sono:

  • Dipendenti a tempo indeterminato
  • Iscritti al fondo Inpdap.

In ogni caso, in generale i dipendenti che possono farne richiesta devono dimostrare di avere una busta paga che possa garantire alla banca o alla finanziaria il recupero del credito concesso. La busta paga, infatti, è un’importante forma di garanzia e sicurezza per l’istituto erogante, dal momento che è una dimostrazione chiara che il cliente può ripagare il debito contratto.

Prestito Inpdap per comprare casa

L’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, conosciuto comunemente come INPDAP consente ai pensionati e ai dipendenti pubblici, iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, di usufruire di alcuni prestiti agevolati con cessione del quinto, come ad esempio quello per sostenere le spese relative al matrimonio di un figlio.

Prima di addentrarci nell’argomento, è bene ricordare che dal 1 gennaio del 2012 l’Inpdap è stato assorbito nelle sue funzioni dall’INPS, motivo per cui ad oggi è preferibile parlare di Gestione Dipendenti ex-INPDAP dell’INPS.

Il prestito per l’acquisto della prima casa altro non è che un prestito decennale finalizzato, rimborsabile con cessione del quinto.

Che cosa vuol dire questo? Vuol dire semplicemente che la cifra ricevuta dev’essere usata per un determinato motivo, ovvero finanziare le spese di acquisto di un immobile. Il prestito, inoltre, va rimborsato entro 10 anni, pagando 120 rate mensili costanti che vengono trattenute dallo stipendio o dalla pensione. La rata, trattandosi per l’appunto di cessione del quinto, non può superare il 20% (il quinto) dello stipendio o della pensione mensile del soggetto che ne ha fatto richiesta al netto delle ritenute.

A erogare il prestito generalmente è direttamente l’INPS. In assenza di fondi sufficienti, il prestito può essere erogato da una banca o da un istituto finanziario in convenzione.

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Chi può chiederlo?

Ecco un’altra cosa da sapere. Questo tipo di prestito è riservato ai soggetti che lavorano, o hanno raggiunto la pensione, in ambito pubblico e sono regolarmente iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. I soggetti richiedenti devono essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, con più di 4 anni di anzianità di servizio o di versamento contributi pensionistici.

E se si ha un contratto a tempo determinato? In questo caso, invece, gli anni di servizio devono essere almeno 3.

Il prestito va richiesto entro un anno dall’acquisto della prima casa per il soggetto iscritto alla Gestione Unitaria o per il figlio.

La finalità del prestito, infatti, non è univoca. Nel senso che se ne può usufruire per comprare una casa destinata a residenza principale del:

  • soggetto iscritto all’INPDAP
  • coniuge
  • figlio maggiorenne (nel caso in cui desideri comprare una casa per il suo nucleo familiare, diverso da quello originario).

Parliamo di numeri

Quanto denaro si può ottenere in prestito? In questo caso specifico l’ammontare massimo è di 150.000 euro. È però opportuno sottolineare che la somma prestata non può superare il costo intero dell’immobile che si vuole comprare.

Ancora. Se a chiedere il prestito sono entrambi i coniugi, la cifra totale che viene concessa non supera comunque l’importo prestabilito di 150.000 euro. E per quanto riguarda i tassi di interesse? All’importo lordo del prestito si devono aggiungere:

  1. Tasso di interesse nominale annuo del 3,5%,
  2. Ritenuta dello 0,5% relative alle varie spese di amministrazione
  3. Contributo per il fondo rischi.

Richiesta e documenti

Cessione Del Quinto Per Acquisto Prima Casa DocumentiUn’altra cosa da non dimenticare è la seguente: la domanda per richiedere il prestito va presentata online, accedendo direttamente all’area riservata a coloro che sono iscritti all’INPS.

Per quanto riguarda i documenti, invece, è necessario allegare, oltre i consueti documenti personali, la copia autenticata dell’atto stilato dal notaio di compravendita per l’acquisto della casa, come prima residenza, registrato o in fase di registrazione. Atto che non deve essere stipulato da più di un anno.

Se l’acquisto dell’immobile non è stato ancora concluso, è necessario allegare tra i documenti anche la copia autenticata del contratto preliminare di compravendita regolarmente registrato. Dal contratto stesso si deve inoltre poter evincere che il 10% dell’intero importo per l’acquisto è stato già versato.

E se la casa viene comprata presso un’asta giudiziaria? In questo caso specifico bisogna allegare la copia autenticata dell’atto di aggiudicazione.

In tutti i casi sopracitati è comunque indispensabile fornire anche un’autocertificazione dello stato di famiglia, nel caso in cui la casa venga acquistata dal soggetto iscritto all’INPS. Se invece la casa è per il figlio o la figlia, allora si deve presentare un’autocertificazione che attesti che il figlio o la figlia non fanno più parte dello stato di famiglia dei genitori.

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