Cerchi informazioni sulla cessione del quinto per badante? Oggi affrontiamo questo argomento in modo esaustivo, fornendo le possibili alternative alla cessione del quinto, un prestito che, come risaputo, si basa sull’addebito delle rate del prestito direttamente sullo stipendio del richiedente.
Iniziamo subito con il dire che le badanti, così come le colf e le collaboratrici domestiche sono soggetti che offrono assistenza familiare in forma privata. In base a quanto prescritto dal contratto collettivo nazionale, il lavoro domestico inquadra sia le colf che le badanti come lavoratrici dipendenti. Questo vuol dire che le condizioni per effettuare la richiesta di prestito sono perlopiù simili, situazione reddituale permettendo.
Detto questo, sembra però che l’accesso alla cessione del quinto per badante non sia per molto semplice, dal momento che spesso queste lavoratrici non godono di un contratto regolare e della messa in regola da parte del datore di lavoro. Ed ecco, quindi, che ottenere questo credito si complica.
Cessione del quinto per badante
La cessione del quinto è un prestito a tasso fisso da rimborsare tramite rate mensili e costanti addebitate direttamente sullo stipendio. L’importo non deve superare il 20% dello stipendio netto, ovvero il famoso.
Secondo l’art.52 del D.P.R. gli impiegati a tempo indeterminato possono usufruire di questo prestito, restituendo il dovuto entro 10 anni. In presenza di contratti a tempo determinato la cessione non può superare la durata del contratto di lavoro. In generale, in qualità di lavoratori dipendenti, la richiesta di cessione del quinto per badanti, collaboratori domestici, colf e baby-sitter è fattibile, purché messi in regola e provvisti di regolare contratto di lavoro.
La richiesta viene presentata all’istituto finanziario o bancario insieme ai relativi documenti:
- Busta paga
- Contratto
- CUD
- Denuncia INPS
Una volta presentata la domanda l’istituto può decidere di accoglierla o meno, o di richiedere ulteriori documenti.
È opportuno però sottolineare che non sempre le badanti vengono ad oggi messe in regola. Se a ciò aggiungiamo che con il decesso del datore di lavoro perdono di fatto il lavoro, si capisce bene come la loro posizione economica e la garanzia di restituzione del prestito contratto vengano meno. Non stupisce, pertanto, sapere che queste lavoratrici, purtroppo, rappresentano per gli istituti di credito un’incognita e una categoria ad alto rischio.
Capita spesso, infatti, che i prestiti concessi non vengano saldati e non per volontà della richiedente. Nella maggior parte dei casi infatti, come accennato sopra, la causa è connessa alla perdita del lavoro per la sopravvenuta morte della persona assistita.
Lavoratori extracomunitari
In base al contratto collettivo nazionale, per i lavoratori dipendenti è necessario tenere in considerazione alcune variabili, che di fatto sono:
- Reputazione creditizia del soggetto richiedente.
- Reddito.
È però opportuno considerare che ad oggi le badanti sono spesso straniere. E in questo caso la questione si complica.
Infatti, se un lavoratore extracomunitario vuole ottenere un prestito deve soddisfare ulteriori caratteristiche, oltre a quelle richieste generalmente, ovvero:
- Essere residente in Italia da almeno 6 mesi
- Avere un permesso di soggiorno
- Possedere un conto corrente
- Dimostrare di avere un reddito sufficiente.
Prestito finalizzato
Ecco un’altra cosa. Gran parte degli istituti concedono un prestito solo in presenza di un contratto a tempo indeterminato. E come sappiamo buona parte delle badanti non dispone di un contratto a tempo indeterminato. Quali sono allora le alternative possibili?
Per sopperire a questa mancanza, alcuni istituti predispongono prestiti finalizzati, concessi senza busta paga. Questo particolare prestito consente di ottenere fino a cinquemila euro.
Per richiedere il prestito finalizzato è indispensabile presentare i documenti relativi al reddito personale. I soggetti che hanno un contratto di lavoro, invece, devono dimostrare di aver superato il periodo di prova. Vi sono altri documenti da presentare per fare richiesta. Ovvero:
- Busta paga
- CUD
- Codice fiscale
- Carta di Identità o Passaporto in corso di validità
- Attestazione di pagamento dell’ultimo bollettino Inps (a discrezione dell’ente che eroga il prestito)
- Denuncia del rapporto lavoro all’Inps (solo le straniere).
Altri prestiti?
Le badanti e in generale le collaboratrici domestiche senza stipendio fisso possono comunque usufruire di altri prestiti. Ma a condizioni più restrittive. Qualche esempio?
- Prestiti senza garanzie
- E i prestiti cambializzati
- Credito su pegno.
Si tratta di soluzioni che consentono di ottenere piccole somme di denaro, in tempi celeri.
Il prestito cambializzato, ad esempio, viene considerato dalle finanziarie come un prodotto ad alto rischio d’insolvenza. Il suo maggior difetto? Un tasso fisso più alto rispetto ad altre soluzioni.
Ma è anche vero che possono usufruirne anche coloro che hanno subito un protesto o sono stati segnalati come cattivi pagatori.