Cessione Del Quinto In Caso Di Morte

Liliana Serio
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Come ben sappiamo ad oggi la cessione del quinto dello stipendio o della pensione è una delle più conosciute forme di prestito garantito richieste dai dipendenti pubblici, privati e statali. Se è vero che quasi tutti ormai sappiamo che cos’è la cessione del quinto, è anche vero però che ancora persistono alcuni dubbi su un argomento alquanto delicato, ma attuale: che cosa succede, stipulata una cessione del quinto, in caso di morte del debitore? Cerchiamo di fare subito chiarezza.

E per farlo iniziamo subito con il dire che quando si sottoscrive un prestito con cessione del quinto, per legge, il soggetto che richiede il prestito è obbligato a sottoscrivere al contempo due assicurazioni:

  • Polizza contro la perdita del lavoro
  • Assicurazione sulla vita

Entrambe le polizze hanno un compito ben preciso: tutelare le parti coinvolte nel prestito. Approfondiamo la questione per capire cosa succede alla cessione del quinto in caso di morte prematura del debitore.

Cessione Del Quinto In Caso Di Morte

Cos’è l’assicurazione sulla vita?

Definiamo per prima cosa che cos’è l’assicurazione sulla vita.

Possiamo definirlo come il pagamento di una somma di denaro che va a costituire il premio assicurativo della cessione del quinto in caso di decesso del soggetto che ha fatto richiesta del prestito.

Risulta evidente che in questo caso specifico l’assicurato è il debitore (ovvero chi ha richiesto la cessione del quinto), mentre l’istituto bancario o finanziario che eroga il prestito è di fatto il beneficiario di tale cifra. Non a caso, è opportuno sottolinearlo, il costo complessivo della polizza rientra a pieno titolo nella cifra che ogni banca o ente erogante tiene in considerazione quando propone un prestito. Ecco perché non c’è alcun motivo di preoccuparsi di dover sborsare altri soldi, oltre a quanto stabilito in sede di stesura del contratto.

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Quanto costa questa polizza? Possiamo dire che non vi è una risposta univoca e definitiva. Il costo complessivo dell’assicurazione, infatti, è strettamente connesso ad alcune variabili. Ovvero?

  • Età del soggetto richiedente. Più il dipendente o il pensionato è grande, più è costosa la polizza.
  • Durata complessiva del prestito richiesto.
  • Azienda presso cui si lavora.
  • Sesso del soggetto. Di norma, per gli uomini il costo di un’assicurazione sulla vita è superiore (rispetto alle donne) perché, statisticamente parlando, l’aspettativa di vita è inferiore.

Chi paga la cessione in caso di morte?

E allora chi paga la cessione del quinto in caso di morte prematura del contraente? In pratica, chi sottoscrive questo prestito sa che il debito residuo non graverà sui suoi eredi. Il perché, come accennato, è semplice. L’assicurazione sulla vita, sottoscritta contestualmente al prestito con cessione del quinto, rappresenta il premio assicurativo con il quale la banca o la società finanziaria viene rimborsata in caso di morte prematura del contraente. Che vuol dire questo? Che a finire di pagare quanto rimasto del debito è la compagnia assicurativa, non gli eredi.

E quanto detto per i dipendenti vale anche per i pensionati? L’iter non cambia. Gli eredi di un pensionato che ha sottoscritto una cessione del quinto Inps (o Enpam, Enasarco, o Inpdap), in caso di morte del beneficiario del prestito, non sono chiamati a saldarlo. Ancora una volta, infatti, è la compagnia assicurativa che si incarica di rimborsare l’istituto bancario o finanziario che ha erogato il prestito grazie alla polizza sottoscritta nel momento in cui è stato stipulato il contratto.

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