Cessione Del Quinto Per Dipendenti Di Piccole Aziende

Liliana Serio
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Preventivo gratuito e senza impegno per dipendenti pubblici e privait

Vuoi maggiori informazioni sulla cessione del quinto per dipendenti di piccole aziende? Possiamo dirti subito che i prestiti indirizzati ai lavoratori dipendenti delle piccole imprese non si ottengono facilmente. A causa della crisi economica, infatti, sia gli istituti bancari che quelli finanziari sono meno propensi a concedere prestiti a piccole realtà. Di fatto, si è portati a preferire e concedere prestiti ai dipendenti di grandi SPA o ai lavoratori pubblici.

In questo quadro generale rientra anche la cessione del quinto per le aziende con meno di 15 dipendenti. E anche se ad oggi la cessione del quinto è tra i prestiti più conosciuti, è anche vero che non vi è la certezza assoluta che possa essere concessa.

Al di là di ogni generalizzazione, però, è opportuno sottolineare che vi sono ancora alcuni istituti finanziari che prendono in considerazione la possibilità di erogare un prestito a un dipendente di una piccola azienda.

Cerchiamo allora di capire quali sono le problematiche, i vantaggi e anche le possibili soluzioni alle quali i dipendenti di piccole aziende possono ricorrere per ottenere un prestito con cessione del quinto.

Cessione Del Quinto Per Dipendenti Piccole Aziende

Vantaggi della cessione del quinto

Iniziamo con il comprendere nel dettaglio quali sono i vantaggi legati a tale prestito. Come abbiamo accennato il trattamento tra i lavoratori di piccole aziende e i dipendenti di grandi imprese non è sempre uguale. Questo però non toglie che in entrambi i casi questo prestito rappresenti comunque una soluzione fattibile che racchiude in sé notevoli vantaggi.

La cessione del quinto è un prestito che presenta le seguenti caratteristiche:

  • È un prestito sicuro, con rata e tasso fisso per tutta la sua durata.
  • Si tratta di un prestito semplice. La documentazione da presentare, infatti, è di facile reperimento.
  • Facile da gestire. Ogni mese la rata viene detratta direttamente dalla busta paga.
  • Basta la firma del contraente. Questo implica che non è necessario che vi siano garanti o ulteriori garanzie per la richiesta del prestito.
  • In qualità di prestito non finalizzato, non è necessario spiegare il motivo per cui se ne fa richiesta.

Come sappiamo la durata per il rimborso va da un minimo di 24 mesi ad un massimo di 120 mesi.

Il tasso di interesse legato a questo tipo di prestito è fisso e certamente vantaggioso rispetto ad altri prestiti simili.

La legge prevede che il contraente sottoscriva una polizza assicurativa contro il rischio di morte prematura ed eventuale perdita del lavoro. È comunque importante sottolineare che nel caso in cui il contraente muoia prima di aver finito di rimborsare le rate del prestito, i familiari non sono chiamati ad estinguere il prestito. In questo caso, infatti, interviene la compagnia assicurativa con la quale si è sottoscritta la polizza.

Normativa vigente

La normativa che riguarda la cessione del quinto è stata ben regolamentata dalla Legge Finanziaria del 2005. Legge che ha esteso la richiesta della cessione del quinto oltre che ai dipendenti delle piccole imprese anche ai dipendenti delle aziende private e ai pensionati INPS etc.

La normativa regolamenta sia il funzionamento che le caratteristiche di questo prestito che, come sappiamo, trova il suo fondamento nel rimborso tramite trattenuta della cessione del quinto sulla busta paga o sulla pensione.

Cosa stabilisce la legge del 2005?

Il prestito in busta paga è un diritto del lavoratore e il datore di lavoro non può esimersi dal concederlo.

È importante sottolineare che nel caso dei lavoratori viene meno di fatto la discrezionalità del debitore nel pagare o meno la rata di rimborso pattuita.

Il perché è semplice. La cessione del quinto per i lavoratori prevede che sia il datore di lavoro a farsi carico dell’onere di versare la rata, trattenendola dallo stipendio, all’ente che ha erogato il prestito. E di fatto, questo rappresenta per l’istituto bancario la garanzia più importante.

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Aziende con meno di 15 dipendenti

In Italia rientrano nella categoria delle “piccole imprese” quelle che al loro interno hanno meno di 16 dipendenti.

Come funziona la cessione del quinto per i dipendenti delle piccole aziende, quelle che hanno cioè meno di 15 dipendenti? Il prestito è richiedibile da coloro che lavorano in questi tipi di aziende:

  • SAS (società in accomandita semplice)
  • SNC (società in nome collettivo)
  • SRL (società a responsabilità limitata)
  • SPA (società per azioni)
Le aziende in questione devono avere più di 4 dipendenti (ciò vuol dire almeno 5 lavoratori), assunti con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Attenzione! Quando si parla di “almeno 5 lavoratori”, si escludono dal computo:

  • Titolari e soci dell’azienda.
  • Dipendenti a tempo determinato.
  • Interinali.
  • Contratti a progetto.

Requisiti dei dipendenti

Quali sono i requisiti che i dipendenti delle piccole aziende devono avere?
Eccoli elencati di seguito:

  • Cittadini italiani o comunque residenti in Italia stabilmente.
  • Avere accantonato un TFR di almeno 5.000 euro.
  • Godere di un’anzianità lavorativa di alcuni anni (vi sono istituti finanziari che richiedono un’anzianità minima di 6 anni).
  • Lavorare in un’azienda che ha almeno 5 dipendenti con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Nel rispetto di quanto detto è possibile procedere con la richiesta della cessione del quinto per dipendenti, sia nel caso di SRL, SAS, SNC e così via per tutti i tipi di società sopraelencati.

La cessione del quinto per i dipendenti di piccole aziende, con meno di 15 dipendenti, è come abbiamo visto strettamente legata al TFR accantonato. Questi gli scenari possibili:

  • Nelle imprese con meno di 15 dipendenti, ma maggiore o uguale a 5, e con un TFR di almeno 5.000 euro, è possibile ottenere la cessione del quinto.
  • In aziende con 4 dipendenti o meno e con un TFR di almeno 2.500 euro si può avere un prestito simile alla cessione, conosciuto come prestito cambializzato.

Calcolo della rata e documenti

Come si calcola la rata per la cessione del quinto? Considera che l’importo della rata massima non può superare il 20% dello stipendio netto. Questo dato si evince dal certificato di stipendio che viene consegnato dall’azienda all’ente che eroga il prestito.

La rata massima si calcola in base al TFR accantonato ed è sempre quest’ultimo quindi a determinare la cifra esatta che può essere concessa in prestito.

Quali sono i documenti da presentare per la richiesta del prestito?

  1. Ultima busta paga.
  2. Carta di Identità in corso di validità.
  3. Codice Fiscale.
  4. CUD, ovvero Certificato Unico Dipendete, dell’anno precedente.

Criticità della cessione del quinto per dipendenti delle piccole aziende

Cerchiamo adesso di comprendere nel dettaglio quali sono le criticità della cessione del quinto in aziende con meno di 15 dipendenti.

E iniziamo subito con il dire che il primo problema è strettamente connesso alle dimensioni dell’azienda. Il perché questo rappresenti un limite è facilmente spiegabile. E si riconduce al fatto che una piccola azienda, spesso, non è in grado di fornire agli istituti bancari o finanziari sufficienti garanzie per un prestito.

Cessione Del Quinto Per Dipendenti Piccole Aziende PrestitoIl secondo aspetto su cui concentrare l’attenzione è l’anzianità dell’attività lavorativa.

Più un’azienda è giovane, più complesso diventa per i suoi dipendenti accedere a un prestito.

Questo accade, in particolar modo, se il dipendente in questione è stato assunto da poco o se la cifra richiesta in prestito è alta.

Un ulteriore problema, non connesso però all’azienda, è legato al dipendente che in precedenza è stato segnalato come cattivo pagatore o ha subito un protesto. In questo caso specifico, infatti, la possibilità di ottenere un prestito si assottiglia ancora di più.

Infine, è opportuno sottolineare che nulla cambia se la ditta in questione è un’impresa individuale piuttosto che una società composta da 2 soci. A fare la differenza, come abbiamo visto, è il numero dei dipendenti.

Garanzie personali e reali

Se l’istituto bancario o finanziario non vuole concedere il prestito, il dipendente ha una sola alternativa: fornire altre garanzie. Queste ultime si dividono in personali o reali. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.

Garanzie personali

Quando si parla di garanzie personali ci si riferisce principalmente alla figura del garante.

Il garante è un soggetto che si impegna a restituire le rate del prestito nel caso in cui il debitore non adempia al suo dovere.

Solitamente il garante è un parente, un genitore o un figlio. Anche questo soggetto per potersi prestare come garante deve avere specifiche caratteristiche finanziarie. Tra queste ricordiamo:

  1. Dimostrare di avere un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato.
  2. Non essere un cattivo pagatore.
  3. Non aver subito protesti.

Garanzie reali

Oltre che le garanzie personali è possibile ricorrere anche delle garanzie reali.

L’affitto percepito da un immobile dato in locazione, ad esempio, è una garanzia reale.

Infatti, in tal caso, l’affitto percepito mensilmente può essere utilizzato come copertura, totale o parziale, per il pagamento della rata del prestito.

Considera chiaramente che la parola finale, anche in presenza di garanzie, spetta all’istituto bancario o finanziario. Purtroppo ad un “no” finale non vi è nulla da controbattere, ma è comunque importante comprendere i motivi del rifiuto per capire se è possibile, in un secondo momento, ottenere un prestito.

C’è un altro modo per i dipendenti delle piccole aziende per avere un prestito con cessione del quinto? Provare a chiedere una piccola somma. Generalmente gli istituti di credito sono più malleabili quando si tratta di cifre che non superano i 5.000 €.

Dipendenti delle ditte individuali

Che cosa succede quando a chiedere un prestito è un dipendente di una ditta individuale? In questo caso è opportuno sottolineare che ottenere la cessione del quinto dello stipendio è veramente difficile.

In questo caso l’unica garanzia di cui può usufruire l’istituto finanziario è il solo andamento dell’azienda. Allora perché è così difficile? Ecco il motivo:

Le ditte individuali non sono verificabili, per il semplice fatto che non sono obbligate a depositare bilanci e il loro stato patrimoniale presso la Camera di Commercio.

Di fatto, quindi, per le finanziarie la concessione di un prestito ad un dipendente di una ditta individuale rappresenta un rischio. Motivo per cui gran parte degli istituti di credito non li concedono.

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