Rinnovo Cessione Del Quinto

Liliana Serio
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Cos’è il rinnovo della cessione del quinto? è corretto parlare di rinnovo o è più opportuno usare il termine proroga? Come funziona, come si richiede e soprattutto quali sono i tempi per il rinnovo della cessione del quinto? A queste e ad altre domande rispondiamo oggi, facendo chiarezza una volta e per tutte su un argomento che spesso genera confusione negli utenti.

Come ben sai la cessione del quinto è un prestito molto richiesto soprattutto da dipendenti pubblici, privati e statali, oltre che dai pensionati. Nonostante richieda specifici requisiti, è anche vero che grazie alla cessione del quinto è possibile ottenere cifre importanti in poco tempo, come ad esempio 30000 o 50000 euro. Importi che consentono di far fronte a numerose spese più o meno impreviste.

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Rinnovo Cessione Del Quinto

Che cos’è il rinnovo?

Iniziamo con il capire bene cosa si intende per rinnovo, dal momento che su questo argomento si crea molto spesso una certa confusione. Confusione che trova il suo fondamento nel fatto che più che di “rinnovo” è opportuno parlare di “proroga” del prestito che è stato concesso.

Il rinnovo della cessione del quinto è quindi il prolungamento della durata del contratto del prestito già stipulato.

E anche se è possibile rimodulare la rata mensile non si tratta comunque di un nuovo contratto. La legge stessa, infatti, vieta espressamente che si possa stipulare una seconda cessione ex novo, ma permette comunque il suo prolungamento, in base a specifiche condizioni e tempistiche.

Anche in questo caso, chiaramente, il soggetto che fa richiesta di rinnovo della cessione del quinto deve avere determinati requisiti.

Come funziona il rinnovo?

Come abbiamo già accennato, per il rinnovo della cessione del quinto la normativa vigente è molto chiara e non consente, a coloro che hanno già usufruito di tale prestito, di stipulare un nuovo contratto. Quando un soggetto salda il debito, alla fine quindi del contratto, può chiedere di rinnovare la cessione del quinto, secondo modalità differenti, prolungandola oltre la naturale scadenza.

Che cosa è possibile ottenere dalla rinegoziazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione?

1. Visibile riduzione della cifra che viene trattenuta. Ne consegue chiaramente che la rata versata ogni mese avrà un impatto minore sulla relativa pensione o busta paga.

2. Liquidità aggiuntiva. Allungando il prestito è possibile ottenere orientativamente una cifra uguale a quella delle rate trattenute in precedenza, ridotte dei costi legati alla rinegoziazione.

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Rinegoziare la cessione del quinto

Si può rinegoziare la cessione del quinto? Da questo punto di vista la legge è perentoria e stabilisce delle condizioni ben definite anche per i tempi relativi alla rinegoziazione della cessione del quinto:

  • Per un contratto stipulato con durata di 10 anni si può richiedere il rinnovo se sono trascorsi almeno i 2/5 del tempo (4 anni) e quindi dopo aver saldato 48 rate.
  • Ancora, per un contratto che presenta una durata inferiore a 5 anni è possibile non aspettare l’intero periodo (2/5) e richiedere il rinnovo anche dopo 1 anno dalla sua naturale scadenza, nel caso in cui però la nuova durata sia di 10 anni. Se si tratta di un periodo minore, invece, si deve rispettare il limite.

In generale possiamo dire che:

Il rinnovo si può richiedere soltanto dopo aver pagato tutte le rate, per un periodo pari ai 2/5 di quella fissata dal contratto sottoscritto precedentemente.

Quando non si può rinegoziare la cessione del quinto?

Come detto non è possibile rinegoziare la cessione del quinto se non si  provveduto a pagare almeno il 40% delle rate. ma vi sono altre circostanze in cui non è possibile farlo? La risposta è sì.

La rinegoziazione della cessione non si può attuare se sullo stipendio vi sono altre trattenute, quali ad esempio:

  • Pignoramenti
  • Deleghe di pagamento

Trattenute che non consentono di accumulare l’adeguata cifra prevista e richiesta per il TFR del dipendente.

Si può recedere dal contratto?

La risposta a questa domanda è sì. Questo tipo di prestito permette al soggetto che ne ha fatto richiesta di esercitare anche il diritto di recesso, ovvero di interrompere il contratto che sottoscritto. E questo può farlo anche se non ha l’approvazione da parte della banca o della finanziaria che ha erogato il credito.

È importante sottolineare che non ci sono penali da pagare e che non è necessario fornire alcun tipo di spiegazione sulla decisione presa. Ricorda però che anche in questo caso è indispensabile osservare determinate condizioni che elenchiamo di seguito:

1. Il recesso deve essere tempestivamente comunicato a mezzo raccomandata A/R all’istituto che ha erogato il credito.

2. Nel caso in cui la cifra richiesta sia già stata versata, l’intero ammontare e gli interessi maturati, calcolati sulla base degli accordi presi al momento della stipula del contratto, devono essere restituiti. La restituzione deve avvenire entro 30 giorni dall’invio della comunicazione della volontà di recesso del contratto.

3. Il lavoratore o il pensionato è chiamato a rimborsare l’imposta sostitutiva che l’istituto finanziatore ha versato rispettivamente al datore di lavoro o all’ente previdenziale (ad esempio all’INPS).

A ben vedere, quindi, il diritto di recesso del contratto di cessione del quinto è fattibile, ma è anche necessario rispettare le tempistiche e assumersi l’onere di pagare dei costi. Il consiglio, pertanto, è quello di riflettere bene sul da farsi, sia nel caso di sottoscrizione di una Cessione del Quinto sia nel caso di rinnovo o di recesso.

Tutelarsi dai finanziatori

Rinnovo Cessione Del Quinto Rinegoziare Il PrestitoInfine, ti ricordiamo che sia in caso di sottoscrizione che di rinnovo della cessione del quinto è opportuno raccogliere tutte le informazioni utili per procedere senza intoppi. Assicurati e pretendi dalla finanziaria a cui ti affidi la massima trasparenza gestionale durante tutto l’iter e la compilazione del contratto.

Leggi con la dovuta attenzione tutti i documenti, cosa che purtroppo spesso non si fa, e in caso di situazioni dubbie non esitare a inoltrare un reclamo all’istituto bancario o finanziario.

Se anche questa strada non porta a una bonaria risoluzione dei problemi insorti, ricorda che è possibile rivolgersi entro 30 giorni dalla presentazione del reclamo all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) per risolvere la questione il più rapidamente possibile.

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